RASSEGNA STAMPA

IL GIORNALE - Sede gratis per il «museo» no global

Roma, 7 luglio 2009

Tursi Sede gratis per il «museo» no global
di Diego Pistacchi

Il Comune concede a canone simbolico gli ex uffici del Municipio Valbisagno al Comitato piazza Carlo Giuliani che necessita di spazi «per conservare materiale di notevole interesse» e per la sua missione contro le forze dell’ordine «Accogliamo il messaggio di Carlo». Giuliano Giuliani aveva rilanciato lo spirito degli antiG8 di Genova a Vicenza, prima della manifestazione contro la base Usa Dal Molin. Una manifestazione conclusasi con l’ennesimo agguato alle forze dell’ordine da parte dei no global. Ma «il messaggio di Carlo», il messaggio del giovane genovese armato di estintore che, passamontagna sul volto, dava l’assalto a una camionetta di carabinieri imprigionata in piazza Alimonda, deve essere perpetuato anche secondo il Comune di Genova. Che proprio nei giorni del primo G8 «italiano» dopo i fatti del 2001 di fatto «regala» una sede al «Comitato piazza Carlo Giuliani Onlus». La delibera della giunta Vincenzi è la 198/2009, approvata pochi giorni fa allo scopo di «inserire tra i beni comunali da destinare a uso associativo con canoni ridotti in favore di enti e associazioni che svolgono attività di interesse collettivo, l’immobile già destinato a uso civico in via Monticelli 25r». In particolare l’immobile è quello dove prima avevano sede alcuni uffici del Municipio Bassa Valbisagno. Soprattutto, l’ente che svolge «attività di interesse collettivo» individuato per prendere il posto degli uffici municipali è proprio il «Comitato piazza Carlo Giuliani Onlus». E grazie a questa delibera avrà una sede gentilmente offerta dal Comune a prezzo meno che politico, dal momento che il regolamento prevede che in questi casi si paghi un canone abbattuto del 90 per cento del normale prezzo.
«Ammesso che paghino anche quel canone irrisorio - interviene Gianni Bernabò Brea, consigliere comunale de La Destra e capo del gruppo Misto di Tursi - la cosa scandalosa è l’uso che verrà fatto del locale. Purtroppo diventerà sede di un’associazione i cui scopi sono possono certo considerarsi condivisi. Tra l’altro temo che quell’immobile venga trasformato in una sorta di museo della contestazione». Il riferimento di Bernabò Brea, che sull’argomento ha presentato un’interpellanza urgente al sindaco, è a un passaggio della delibera di giunta che non lascia affatto tranquilli. Secondo l’amministrazione comunale infatti, il locale viene affidato al Comitato piazza Carlo Giuliani in quanto «l’associazione necessita di una sede adeguata presso la quale custodire il materiale documentario di notevole interesse del quale l’associazione medesima è in possesso». L’ironica reazione del consigliere comunale porta a interrogare Marta Vincenzi per sapere «se nel materiale di notevole interesse in possesso dell’associazione, tanto importante da meritare una sede in un immobile pubblico, vi siano estintori, travi utilizzate contro i carabinieri, cubetti di porfido e bastoni di vario tipo».
Al di là della provocazione, che peraltro riporta alla memoria quale fosse il contesto nel quale morì Carlo Giuliani, resta il fatto che l’associazione cui il Comune ritiene di concedere una sede semi-gratis ha scopi statutari e obiettivi ben precisi, che la delibera di giunta evita accuratamente di citare. Ad esempio la Onlus intende «affermare il rispetto per la vita di tutti e di chi, come Carlo, era solo un ragazzo che voleva un mondo più giusto». Tursi intende cioè sostenere chi vuol far passare questa immagine del giovane rimasto ucciso mentre dava l’assalto ai carabinieri. Così come la stessa amministrazione implicitamente è d’accordo con il «Comitato» che vuole «informare sui fatti avvenuti in Genova nel luglio 2001, denunciando censure, falsità ed omissioni degli organi di informazione, per ottenere il riconoscimento dei diritti civile violati, verità e giustizia», visto che secondo i suoi componenti allora sarebbero state «da parte del governo utilizzate le forze dell'ordine come strumento di repressione e di inammissibile violenza».
In attesa di conoscere esattamente a quanto ammonti il canone simbolico che il Comune riterrà di far pagare all’associazione che mostra una «delirante tendenza alla manipolazione della verità sui fatti del G8 genovese e una continua criminalizzazione delle forze dell'ordine viste come responsabili di una serie infinita di eccidi e stragi dal 1948 ad oggi», Bernabò Brea fa anche notare che restano migliaia di genovesi in attesa di assegnazione di un alloggio del Comune.